TERRA DI MUTAZIONI
1
I sette uomini avevano ai polsi manette a loro volta attaccate a catene. Ogni catena era fissata a un anello che pendeva da una parete di pietra trasudante umidit. Di fronte a loro, una lampada a olio, appoggiata in una nicchia alla destra dell'ingresso, emanava una debole luce. Qua e l, dalle pareti, penzolavano catene e manette inutilizzate. Il pavimento era coperto di paglia sporca, l'odore era nauseante. Tutti gli uomini avevano la barba lunga ed erano coperti di stracci. Avevano facce pallide profondamente segnate. I loro occhi erano fissi sulla porta.
Alcune forme luminose danzavano e sfrecciavano nell'aria davanti a loro, passavano attraverso le pareti di pietra, talvolta ne emergevano. Alcune erano astratte, altre assomigliavano, spesso in maniera parodistica, a oggetti naturali: fiori, serpenti, uccelli, foglie. Un mulinello verde pallido si alz in un angolo, lasciando cadere sul pavimento un'orda di insetti, prima di svanire. Immediatamente si sent un fruscio fra la paglia, da cui sbucarono piccoli animali che si affrettarono a divorare gli insetti. Da oltre l'ingresso venne una risata sommessa, seguita da un rumore irregolare di passi che si avvicinavano.
Il giovane di nome Hodgson, che avrebbe potuto essere bello se fosse stato pulito e pi in carne, si scosse i lunghi capelli castani dagli occhi, si lecc le labbra e guard l'uomo dagli occhi azzurri alla sua destra.
Cos presto... mormor con voce roca.
passato pi tempo di quanto tu creda disse l'uomo dai capelli neri. Temo che sia arrivato il momento per uno di loro.
Un giovane biondo, pi a destra, cominci a lamentarsi sommessamente. Altri due parlavano fra loro a bassa voce.
Una grossa mano color grigio-rossastro, dotata di artigli, apparve nel vano d'ingresso, stringendo lo stipite destro. I passi si arrestarono, si sent un respiro profondo, seguito da una risatina gutturale. L'uomo alla sinistra di Hodgson, ancora grassoccio e con la testa calva, emise un grido acuto.
Una grande forma scura apparve nel vano della porta, con gli occhi (giallo quello sinistro, rosso quello destro) che riflettevano la luce tremolante della lampada. L'aria della stanza si fece ancora pi gelida mentre l'essere avanzava. Il piede sinistro, dotato di zoccolo e con la gamba che al ginocchio si piegava all'indietro, batteva con un rumore secco sulle pietre del pavimento; quello destro era palmato, la gamba squamosa, e si trascinava in maniera sgraziata. Le braccia muscolose gli penzolavano fino a terra, e i suoi artigli si tiravano dietro la paglia. L'apertura della faccia triangolare si allarg in qualcosa come un sorriso, mentre scrutava i prigionieri, rivelando una fila di denti gialli.
Raggiunse il centro della camera e si ferm. Una pioggia di fiori gli cadde all'intorno, e lui li scost, infastidito. Era completamente glabro, con la pelle coriacea e a tratti squamosa. Sembrava privo di tratti sessuali. La lingua, che apparve per un attimo fra le labbra, era rosso scuro e biforcuta.
Gli uomini incatenati erano piombati nel silenzio e in una immobilit innaturale, mentre gli occhi della creatura passavano su di loro, una... due volte...
Si mosse con estrema rapidit. Un balzo, e allungando di scatto il braccio destro afferr l'uomo grasso che aveva gridato.
Bast uno strattone per liberarlo dalle catene. L'uomo lanci un urlo orribile. Poi la bocca della creatura si chiuse sul suo collo e il grido mor in un gorgoglo. L'uomo agit gambe e braccia ancora per parecchi secondi, poi si afflosci.
L'essere emise un rutto, alzando la testa e leccandosi le labbra. I suoi occhi si posarono sul luogo da dove aveva strappato la sua vittima. Senza fretta, si sistem il corpo sotto il braccio sinistro e allung il destro per prendere il braccio che era rimasto appeso alla catena. Non prest attenzione ai resti pi piccoli caduti sul pavimento.
Si volt e si diresse con passo strascicato verso l'ingresso, mangiucchiando il braccio. Sembr non accorgersi neppure di un pesce dai colori vivaci che nuotava nell'aria, n delle scene che apparivano e sparivano come finestre che si aprissero e chiudessero sopra, sotto e attorno a lui: cortine di fuoco, alberi con spine acuminate, torrenti di acqua fangosa, campi di neve mezzo sciolta...
I prigionieri rimasti ascoltarono i passi che si allontanavano: un toc e un flap. Alla fine, Hodgson si schiar la gola.
Questo il mio piano... cominci.
Semirama era inginocchiata vicino al pozzo, china in avanti, le mani appoggiate sul bordo di pietra; una dozzina di braccialetti d'oro luccicavano nella debole luce, sulla pelle pallida; aveva lunghi capelli neri, perfettamente acconciati. Indossava un vestito giallo, succinto; la stanza era calda e umida. Una lunga serie di cinguettii usc dalle sue labbra increspate. In vari punti, vicino e attorno al pozzo, gli schiavi si appoggiarono ai badili e trattennero il respiro. Baran dalla Terza Mano era in piedi, a cinque o sei passi dietro e sulla destra della donna: un uomo alto e massiccio, con i pollici infilati nella cintura guarnita di borchie appuntite, la testa barbuta piegata di lato, come se stesse cercando di capire i cinguettii di Semirama. Ma i suoi occhi erano fissi sulle natiche mezzo nude della donna, come pure una buona parte dei suoi pensieri.
un peccato che sia cos indispensabile all'operazione, e non le importi neanche un po' di me, pens. un peccato che debba trattarla con rispetto e cortesia, mentre mi piacerebbe insolentirla e stuprarla. Lavorare con lei sarebbe molto pi facile se fosse brutta. Comunque, una bella vista, e magari un giorno o l'altro...
La donna si raddrizz e smise di emettere i suoi cinguettii. Baran arricci il naso, mentre gli arrivava una zaffata di odori nauseabondi. Aspettarono.
Dalle profondit del pozzo si sent uno sciacquio, accompagnato da tonfi che fecero vibrare il pavimento della camera. Gli schiavi si ritirarono contro le pareti. Faville di fuoco si formarono vicino al soffitto, poi scesero verso terra. Semirama emise dei trilli acuti. Subito la pioggia di fuoco cess, e ci fu un cinguettio di risposta dall'interno del pozzo. La temperatura della sala scese in maniera percettibile. Baran sospir.
Finalmente... mormor.
I suoni provenienti dal pozzo continuarono a lungo. Semirama si irrigid, cominci una riposta, o forse un tentativo di interruzione. Ma sembr non avere successo, perch gli altri suoni continuarono, sommergendo i suoi. Ricominci lo sciacquio, e una lingua di fuoco si sollev dal pozzo, tremol, ricadde dopo qualche momento. Fra le fiamme arancione, per un attimo, era apparsa una faccia: allungata, distorta, piena d'angoscia. La donna si tir indietro. Un suono, simile a quello di una grande campana, riemp la stanza. D'improvviso, centinaia di rane vive caddero dal soffitto, e cominciarono a saltellare attorno a loro, sopra i grandi mucchi di escrementi che gli schiavi stavano spalando; alcune caddero nel pozzo, altre fuggirono attraverso l'arcata in fondo alla sala. Un blocco di ghiaccio, pi grande di due uomini, precipit poco lontano.
Semirama si alz adagio, fece un passo indietro e si gir verso gli schiavi.
Continuate il vostro lavoro ordin.
Gli uomini ebbero un attimo di esitazione. Baran avanz di scatto e afferr il pi vicino per le spalle e la coscia. Sollev l'uomo al di sopra della testa e lo scaravent nel pozzo. L'urlo che segu dur pochissimo.
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