Sandro Carocci - Il nepotismo nel Medioevo. Papi, cardinali e famiglie nobili
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- Book:Il nepotismo nel Medioevo. Papi, cardinali e famiglie nobili
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- Publisher:Viella
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- Year:1999
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Il nepotismo nel Medioevo. Papi, cardinali e famiglie nobili: summary, description and annotation
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Collana diretta da Agostino Paravicini Bagliani
Sandro Carocci
Papi, cardinali e famiglie nobili
A mio padre
Il nepotismo un fenomeno sfuggente. A prima vista, certo, non sembrerebbe. Cosa sono, se non malcostume e "simonia", le promozioni di parenti ai pi alti livelli delle gerarchie ecclesiastiche e gli storni di ingenti fondi dalle casse della Chiesa? Non sono forse cupidigia e corruzione la fondazione di principati indipendenti per i nipoti, le sollecitazioni a sovrani stranieri per ottenere doni e concessioni e tante altre pratiche bollate come nepotistiche? Una lunga tradizione polemica ribadisce con sicurezza il suo giudizio.
Il nepotismo, invece, non si presta a sommarie sentenze. Certo, affonda le radici nell"`amore" per il proprio sangue, dunque in pratiche sociali molto antiche, quasi di origine biologica: ma trae nel contempo alimento da numerose altre fonti, associandosi a valori morali, comportamenti sociali, strutture politiche e di potere. onnipresente e poliedrico. Influisce su sviluppi storici diversissimi, che spaziano dall'evoluzione del sentimento religioso ai processi di costruzione statuale, dall'affermazione della supremazia papale sugli apparati ecclesiastici ai fenomeni di mobilit e ricambio delle aristocrazie. Si adegua al mutare degli assetti politici e sociali, assumendo forme e direzioni sempre diverse.
l un amalgama complesso e cangiante, di cui dobbiamo individuare le componenti e gli effetti.
Favoreggiamento di parenti o amici, allo scopo di far loro ottenere incarichi, prebende, uffici.' Nella lingua odierna, nepotismo designa, genericamente, una forma di malcostume aperta ad ogni personaggio dotato di influenza e potere.
Alla sua origine, per, il termine ha una connotazione pi precisa e spoglia di valenze negative. una parola romana, o meglio curiale e papale. E nata all'inizio del XVII secolo per indicare una pratica che ormai da tempo veniva seguita da tutti i papi, al punto di trasformarsi in una istituzione: il cardinal nipote.' Il papa neoeletto promuoveva al cardinalato un parente stretto, di solito appunto un nipote, al quale venivano conferite funzioni fondamentali, di natura tanto istituzionale, come la carica di "Sovrintendente allo Stato Ecclesiastico", quanto informale, di massimo referente del tessuto clientelare. Per estensione, nepotismo gi allora non indicava per soltanto il ricorso alla figura del cardinal nipote, ma pi in generale quel radicato atteggiamento di tutela e di favore verso i parenti comune a tutti i pontefici e ai grandi prelati.
Cos genericamente inteso, il nepotismo fu una costante - stato detto - della storia della Chiesa. Nel tempo, ha suscitato reazioni e giudizi diversi. I pi noti sono certamente gli atteggiamenti di condanna, come le terzine dantesche sui simoniaci e su papa Nicola III. Ma udiamo anche voci di difesa e giustificazione. Non bene legare estranei al proprio ombelico, sosteneva ad esempio, parafrasando un proverbio popolare, il chierico Lambert di Huy:3 la diffidente saggezza dei contadini francesi veniva cos chiamata a giustificare le promozioni e gli uffici che il papa in carica, Giovanni XXII (1316-1334), andava conferendo a parenti e compaesani. Per alcuni storici (e apologeti) della Chiesa attivi alla fine del secolo scorso, le pi antiche pratiche nepotistiche risalirebbero addirittura a Cristo stesso, che non avrebbe esitato ad accogliere fra i suoi discepoli alcuni parenti.'
Nella ricerca degli ultimi decenni, il nepotismo stato oggetto di valutazioni diverse, che tuttavia appaiono accomunate dall'abbandono dei giudizi di valore e delle categorie ad essi connesse, come quelle di corruzione e decadenza, reputate fuorvianti per comprendere il reale significato e le cause storiche delle pratiche nepotistiche. Per gli studiosi della Chiesa duecentesca e dei primi sviluppi dello Stato Pontificio, prevale ora un'interpretazione potremmo dire politico-amministrativa del nepotismo. visto come uno strumento di governo, come una prassi talora controproducente, ma organicamente connessa al tipo di organizzazione curiale e statale creato dai papi. Gli studi si sono moltiplicati, chiarendo punti oscuri e fornendo una crescente mole di nuovi dati.
Nelle nostre conoscenze v' per una forte disomogeneit cronologica. Il nepotismo, le sue modalit, il contesto in cui si svolse, le sue conseguenze e simili argomenti restano questioni molto pi presenti alla modernistica che non agli studiosi dei secoli anteriori.
Le ricerche sul XVI e XVII secolo fanno ampio ricorso a modelli analitici di carattere sociologico. Wolfgang Reinhard, forse il maggiore studioso del fenomeno, ha proposto di applicare alla corte pontificia della Roma rinascimentale e barocca le teorie transazionali sviluppate dalla produzione sociologica contemporanea (innanzitutto le categorie di patronage e clientela) per comprendere la ripartizione del potere e i meccanismi di mobilit sociale. Renata Ago, utilizzando le tematiche elaborate dalle ricerche sulle societ di corte, ha indagato sia come i gruppi sociali si formavano e agivano, sia soprattutto quali interazioni esistevano fra cultura, comportamenti collettivi, scelte e motivazioni individuali. Nel contempo sono stati condotti una serie di studi di singoli casi, dedicati ad una famiglia, a un pontificato o anche soltanto a un prelato di spicco.'
Questi orientamenti dipendono in una certa misura dal panorama delle fonti. Per l'et moderna, lo storico ha a disposizione un materiale documentario non solo quantitativamente immenso, ma anche costituito, per la prima volta, da lettere private, memorie, autobiografie e carteggi diplomatici. Sono allora disponibili, cio, le fonti indispensabili ad indagini sul patronato, sul tessuto clientelare, sui comportamenti, sulle motivazioni individuali, tutti temi che possono invece venire indagati sulla documentazione duecentesca solo a fatica, e comunque per ambiti limitati.
Fra et medievale ed et moderna non corrono per solo difformit di fonti documentarie e di metodologie di analisi: diversa innanzitutto la stessa evidenza storica del nepotismo. Dal tardo Quattrocento almeno, le pratiche nepotistiche finirono infatti per comporsi in un fenomeno gi in partenza ben individuato. Dal 1538, con la nascita della figura del cardinal nipote, assunsero addirittura una precisa fisionomia istituzionale: ma gi nei decenni precedenti lo sviluppo dei comportamenti nepotistici e i loro clamorosi effetti sull'evoluzione storica della Chiesa avevano fatto del nepotismo una realt ben percepita dagli stessi contemporanei, e di rimbalzo dagli storici.
Per gran parte del medioevo, viceversa, il nepotismo rest latente, in stato di embrione. Quando poi, nel XIII secolo, conobbe il suo pri mo, grandioso sviluppo, ebbe una fisionomia composita, variata, poco definibile. Anche ai livelli pi alti, non era un'esclusiva dei pontefici, ma la pratica di un vasto gruppo di cardinali. A seconda dei papi e della contingenza politica, si appalesava o scompariva. Persino per il XVI-XVII secolo un'analisi del "nepotismo" in s, come circoscritto oggetto di ricostruzione storica, rischierebbe l'astrattezza: ma per il medioevo appare impossibile.
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