ISBN 9783110682328
e-ISBN (PDF) 9783110752151
e-ISBN (EPUB) 9783110752168
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Giorgio RoccoRicordo di Enzo Lippolis
Ho incontrato Enzo Lippolis per la prima volta una sera di inizio primavera del 1987 ad Atene. In quanto allievo anziano della Scuola Archeologica Italiana ero stato incaricato dal Direttore, Antonino Di Vita, di accogliere i nuovi allievi allaeroporto di Glifada e di condurli alla sede di odos Parthenonos. Sin da quel primo incontro riscontrammo unintesa che doveva rivelarsi premonitrice di una profonda e consolidata amicizia, che ci avrebbe accompagnato negli anni successivi, vedendoci impegnati in tanti progetti comuni. Non facile spiegare le ragioni di quella prima immediata consonanza, poi rinsaldata quella stessa sera a cena alle Prigioni di Socrate, una taverna ai piedi dellacropoli molto frequentata allora dagli allievi della SAIA; forse la comune origine tarantina o linteresse condiviso per larchitettura antica, insolito tra gli archeologi, o forse, chiss, la spiegazione va ricercata in quelle affinit elettive che a volte ci inducono a percepire una inconsueta familiarit in persone sino a quel momento sconosciute.
La Scuola di Atene di Antonino Di Vita ha certamente giocato un ruolo fondamentale nella formazione culturale ed umana di entrambi, facendoci crescere professionalmente e favorendo la nascita e il consolidarsi di legami amicali tra noi e tra i tanti allievi che si succedevano anno dopo anno, venendo coinvolti nelle attivit di scavo della Scuola, in particolare a Gortina di Creta.
Enzo era giunto alla Scuola gi dotato di una consolidata cultura archeologica: laureato in Archeologia presso lUniversit di Perugia nel 1978, specializzato a Napoli nel 1982, Dottore di Ricerca dal 1987 con una brillante tesi sullarchitettura funeraria tarantina, borsista dellIstituto Archeologico Germanico nel 1982 e nel 1988, al momento della vincita del concorso di ammissione alla SAIA era gi ispettore presso la Soprintendenza Archeologica di Taranto, dove per altro, a partire dal 1989, avrebbe rivestito la carica di Direttore del Museo Nazionale Archeologico. Pertanto egli si distingueva tra gli allievi per maturit, capacit e competenze che, guidate da una mente brillante, suscitarono sin dallinizio lapprezzamento e la stima dellallora Direttore, il quale lo volle stabilmente impegnato nella principale missione di scavo della Scuola a Gortina di Creta, scavo che per oltre trentanni, da quel lontano 1987 sino alla prematura scomparsa nel marzo del 2018, rimasto uno dei suoi principali interessi di ricerca.
La missione di Gortina, e in particolare il grande cantiere di scavo del Pretorio, che con i suoi sette volumi, editi tra il 1997 e il 2000, doveva rivelarsi unimpresa esemplare nel panorama della ricerca archeologica, stata daltronde una straordinaria fucina, che ha visto la Scuola Archeologica Italiana di Atene avvalersi dei pi promettenti tra i suoi allievi ed ex allievi, archeologi ed architetti, impegnandoli, con la responsabilit di importanti settori, dal 1989 al 1995. In quel particolare contesto, ricco di stimoli e di sollecitazioni, ci formammo tutti, acquisendo la consapevolezza di come la ricerca archeologica nasca dal confronto e dallimpegno comune nel superamento di quegli individualismi e personalismi che pure sembrano essere tratti costanti nel panorama accademico del nostro Paese , quale responsabilit obbligata in un contesto che non pu prescindere dalla dimensione multidisciplinare della ricerca.
In quel quadro virtuoso Enzo dava il meglio di s, contribuendo con le sue competenze e con lacutezza del giudizio, senza mai prevaricare, in un confronto aperto e rispettoso delle posizioni altrui cui ci aveva daltronde abituato Antonino Di Vita, che quella esperienza fortemente volle e port a compimento. Molto dobbiamo tutti a quegli anni di confronto, di intenso lavoro e di impegno comune, che ci hanno fatto crescere ed hanno cementato amicizie ed intese frutto della stima reciproca e della condivisione di esperienze e metodologie che in quanto tali erano destinate a durare nel tempo. Il sito di Gortina ci ha visto insieme sul campo per quasi ventanni, fino al 2005, anche oltre lesperienza del Pretorio, anche allindomani del cambio di Direzione, quando abbiamo dovuto confrontarci con una situazione pi complessa e frammentata.
In quel contesto difficile e cos diverso dalle passate esperienze, Enzo, che nel frattempo aveva lasciato il lavoro di Soprintendenza per linsegnamento universitario, ha avuto la capacit di costruire un percorso di ricerca organico, riallacciando i fili delle acquisizioni precedenti ed estendendo lindagine alle aree limitrofe, rinvenendo testimonianze significative destinate a inquadrare in una nuova luce un contesto monumentale particolarmente rilevante per la comprensione dello stesso impianto urbano, cui pure dedic forze ed energie non senza risultati molto significativi. Fece cos di Gortina il suo scavo di riferimento, anche nel percorso formativo dei suoi allievi.
Enzo aveva peraltro maturato negli anni una profonda conoscenza della storia urbana della citt, riuscendo ad innestare, nella massa delle acquisizioni derivanti da pi di un secolo di scavi, diverse nuove e brillanti intuizioni. Negli ultimi anni, stava quindi rivolgendo il suo sguardo allinterpretazione dello sviluppo urbano di Gortina nelle sue diverse fasi di sviluppo, a partire proprio da quella fase di trasformazione dellultimo ventennio del III sec. a.C. che considerava una sorta di rifondazione, unindagine purtroppo bruscamente interrotta dalla prematura scomparsa. Molto per di quanto aveva maturato sulla citt cretese confluito in una recente pubblicazione, dedicata allillustrazione dei risultati dei primi cinque anni di questultima stagione delle ricerche gortinie nellarea a Nord del Pretorio.
Gortina non costituisce per un caso isolato: molteplici sono stati i suoi interessi sullarcheologia del mondo greco; al riguardo infatti mi piace ricordare le sue ricerche sulla topografia di Atene, cui ha dedicato numerosi articoli, i fondamentali contributi sullacropoli di Lindos e, ancora di recente, su quella di Rodi e, in particolare, lesaustiva ed innovativa monografia sul santuario di Eleusi. Merita di essere sottolineato il profondo interesse che Enzo ha sempre manifestato per larchitettura: i contributi precedentemente citati sono spesso infatti rivolti proprio allanalisi degli aspetti architettonici di quei grandi santuari, sempre inseriti in un quadro esaustivo degli eventi storici e degli aspetti legati al culto.
Lindagine su quei contesti non si limita per alle strette interconnessioni che chiaramente sussistono tra gli aspetti religiosi, economici, sociali e politici delle realt prese in esame con le manifestazioni monumentali che da questi ne discendono. La metodologia adottata infatti prende le mosse da unattenta disamina dei resti, che riletti attraverso quellapprofondita conoscenza dellarchitettura che aveva con passione coltivato sin dagli esordi della sua carriera, gli hanno consentito di sviluppare una dimensione interpretativa dei dati archeologici basata su un punto di vista rigoroso e scientificamente fondato. La capacit di combinare conoscenze storiche, archeologiche e architettoniche stata infatti una delle sue pi rilevanti qualit, che gli hanno consentito di dominare problematiche complesse spesso approdando a conclusioni innovative.