Patota - La Grande Bellezza Dellitaliano Il Rinascimento

i Robinson / LettureDi Giuseppe Patotanelle nostre edizioni: La grande bellezza dellitaliano. Dante, Petrarca, Boccaccio Prontuario di grammatica. Litaliano dalla A alla Z Giuseppe Patota La grande bellezza dellitaliano Il Rinascimento Editori Laterza 2019, Gius. Laterza & Figli www.laterza.it Prima edizione gennaio 2019 LEditore a disposizione di tutti gli eventuali proprietari di diritti sulle immagini riprodotte, l dove non stato possibile rintracciarli per chiedere la debita autorizzazione. Propriet letteraria riservata Gius. - Bari (Italy) per conto della Gius. - Bari (Italy) per conto della Gius.

Laterza & Figli Spa ISBN 978-88-581-3576-1 Ai migranti arrivati fra noicon laugurio che imparino prestoquesta lingua di pace e bellezzaIntroduzione grass S certo... No... no, eh? Gli italiani li conosco bene. Bugiar di, bravi a parole, furbetti e scansafatiche, pancia al sole e mani sulla pancia. nicola Queste mani hanno restaurato le cattedrali di Pisa, Lucca, Firenze! andrea Di chi sei figlio tu? Noi siamo i figli dei figli dei figli di Mi chelangelo e di Leonardo. Di chi sei figlio tu? mabel Viva Firenze! edna Viva Firenze...

Noi ci siamo state una volta. mabel la citt pi bella del mondo. Questo dialogo a tre voci, concluso da un elogio a due dedica to a Firenze, ricorre in una scena memorabile di un memorabile film di Paolo e Vittorio Taviani, Good Morning Babilonia (1987). La risposta, orgogliosa e sofferta, al rifiuto sprezzante di dar loro un lavoro pronunciato da Grass, un piccolo opportunista ameri cano, di due fratelli toscani, Nicola e Andrea Bonanno, ultimi discendenti di una famiglia che per generazioni ha restaurato chiese, cattedrali e altri segnacoli di bellezza sparsi per lItalia, i quali proprio dallItalia, per la crisi in cui versa il loro mestiere, sono partiti alla volta degli Stati Uniti in cerca di fortuna. Inizial mente costretti a occupazioni degradate, finalmente riescono a trovare lavoro nel magnifico padiglione italiano dellesposizione universale di San Francisco; da l la loro bravura, unita a un po di spavalderia e di fortuna, li porta a lavorare per un grande americano: nientemeno che il regista David Griffith, che alla ricerca ossessiva di artigiani italiani, gli unici, secondo lui, capaci viii Introduzione di allestire scenografie degne del suo Intolerance, il capolavoro cinematografico del 1916 dedicato alla condanna di tutte le for me di violenza e dintolleranza. C qualche buona ragione per aprire un libro dedicato alla bellezza dellitaliano di Pietro Bembo, Ludovico Ariosto e Nic col Machiavelli evocando un frammento di questo film? La risposta, a mio avviso, s.

Mentre incombono gli echi sinistri di guerre che in tempi e modi e con conseguenze diverse devastarono lItalia, lEuropa e il mondo, quattro di questi cinque italiani (Nicola e Andrea Bonanno nel primo scorcio del Novecento, Pietro Bembo e Lu dovico Ariosto nel primo del Cinquecento) evocano il nome di Michelangelo, e tre (i fratelli Bonanno e Ludovico Ariosto) anche quello di Leonardo; il quinto (Niccol Machiavelli), con cittadino di Michelangelo e Leonardo, mentre lavora per Firen ze, la citt pi bella del mondo, incrocia con la sua traiettoria quella di Leonardo: vari indizi rendono molto probabili uno o pi incontri fra i due. Non probabile ma certo poi il rapporto fra Michelangelo e Bembo. Pietro condivise con lui amicizie e spiritualit e, allinizio del terzo libro delle Prose nelle quali siragiona della volgar lingua, indic in lui e in Raffaello i prota gonisti della nuova arte rinascimentale, quasi fossero i modelli di una lingua italiana per figure: Michele Agnolo fiorentino et Raphaello da Urbino, luno dipintore et scultore et architetto parimente, laltro et dipintore et architetto altres [...] sono hora cos eccellenti et cos chiari [= famosi], che pi agevole a dire quanto essi a gli antichi buoni maestri sieno prossima ni, che quale di loro sia dellaltro maggiore et miglior maestro ( Prose: 263 [III 1]). Anche Ludovico Ariosto accomun in un unico elogio Miche langelo e Raffaello: lo fece nellottava 2 del canto XXXIII dell Or-lando furioso, tradizionalmente nota come lottava sui pittori, aperta, guarda caso, dal nome di Leonardo, secondo padre dei padri dei padri di Nicola e Andrea, con Michelangelo al centro Introduzione ix (un centro reale: il nome di questo grande, in cui sincarna lequi valenza tra scultura e pittura a par sculpe e colora , scisso in due elementi, Michel e Angel, il secondo dei quali accompagna-to dallaggettivo divino), e chiusa, o quasi, da Raffaello, che per Ariosto aveva progettato le scene di una commedia: e quei che furo a nostri d, o sono ora, Leonardo, Andrea Mantegna, Gian Bellino, duo Dossi, e quel cha par sculpe e colora, Michel, pi che mortale, Angel divino; Bastiano, Rafael, Tizian, chonora non men Cador, che quei Venezia e Urbino; e gli altri di cui tal lopra si vede, qual de la prisca et si legge e crede. In alcune osservazioni relative a un paragone tra la poesia e la pittura collocabili fra il 1495 e il 1505 (che lanno in cui Ariosto inizia a scrivere l Orlando furioso), Leonardo da Vinci sostenne la superiorit della pittura rispetto alla poesia perch, mentre la prima pu rappresentare gli eventi simultaneamente, la seconda obbligata a presentarli in successione. Nel secondo capitolo di questo libro vedremo che Ludovico cerc di replicare a Leonar do cambiando continuamente, nella narrazione delle battaglie, i piani dinquadratura, per dimostrare che anche la poesia pu esprimere la simultaneit degli eventi della vita e rappresentare il mondo al pari della pittura.

La scelta dellespressione piani dinquadratura , pi che in tenzionale, obbligata. In questo libro l Orlando furioso avvici nato in pi occasioni, e per pi ragioni, a unopera cinematogra fica, e per le stesse ragioni il suo autore avvicinato a un regista cinematografico: un padre dei padri dei padri di Paolo e Vittorio Taviani, insomma. Nella scena che chiude Good Morning Babi-lonia Nicola, soldato dellesercito italiano nella guerra sul Carso, colpito dalla baionetta di un nemico, e Andrea, intervenuto in suo soccorso, da quella di un secondo nemico senza nome e senza volto. Intorno, i colpi dei mortai hanno distrutto tutto: la pazzia bestialissima della battaglia, cos come la defin x Introduzione Leonardo nel Libro di pittura; tutto, tranne una meravigliosa basilica romanica e una macchina da presa, grazie alla quale i due fratelli, prima di morire, consegneranno alle generazioni future la loro immagine: Quando ripasseranno di qui, la rac coglieranno. Cos i nostri figli potranno conoscerci. Prima di riprendersi lun laltro, cercano di ricomporsi, eliminando dai loro volti il lordume della guerra: Pulisciti la faccia, Nicola: vuoi che tuo figlio ti veda cos?.

Le immagini devono essere belle, perch larte compresa lultima nata, quella cinemato grafica oltre che testimoniare, deve produrre bellezza. Cos anche le parole usate a fini darte, quelle che fanno la letteratura: tanto pi nel tempo di oggi, oscurato almeno quanto quello di ieri dalla violenza e dallintolleranza razzista, dalla guerra e dalla stupidit populista. Raccontare La grande bellezza dellitaliano obbliga a inoltrar si in luoghi e in tempi fitti dintrecci fra lingua, arte e storia. Ecco perch questo libro, oltre e pi che un libro, una specie di guida turistica. I suoi tre capitoli corrispondono a tre sale in cui esposto litaliano di Bembo, Ariosto e Machiavelli. De stinatari ideali di questa visita guidata sono gli studenti, i miei colleghi insegnanti e tutti i lettori interessati alla storia e colpiti dalla magnificenza dellitaliano, oggi ferito a morte non tanto da chi colleziona anglismi inutili per provincialismo e neppu re da chi sbaglia o manca un congiuntivo per ignoranza (che una condizione socioculturale, non una colpa), ma piuttosto da chi, come i suoi progenitori linguistici di un secolo fa, lo sta progressivamente trasformando in una lingua violenta, rozza, insultante: in una parola,