G. Pedretti
2014 Giunti Editore S.p.A.
IL DISEGNO, STRUMENTO DI CONOSCENZA
Gli esordi di Leonardo pittore, nel racconto del Vasari, si presentano sotto laspetto di una vocazione che si manifesta precocemente attraverso il disegno. Se ci pu ben rientrare negli schemi dellaneddotica ai quali Leonardo stesso ricorre quando cita lesempio di Giotto checominci a disegnare sopra i sassi li atti delle capre delle quali lui era guardatore, anche vero che Leonardo trascorre la sua adolescenza nel natio borgo di Vinci, lontano da centri come Firenze e Pistoia e quindi lontano non solo dalle grandi affermazioni artistiche del passato, ma anche dal fervore delle operose botteghe del presente, dove ai giovani apprendisti offerta lopportunit migliore per avviarsi alla professione di pittore o scultore, attraverso la pratica quotidiana che il maestro impone loro.
Stando ai documenti, nel 1469, a diciassette anni, Leonardo abita ancora in famiglia, a Vinci. Tre anni pi tardi, a ventanni, fa gi parte della Compagnia dei pittori a Firenze, il che gli consente di ricevere commissioni senza il tramite di un maestro di bottega: prova quindi indiretta che il suo tirocinio presso Andrea del Verrocchio ormai concluso.
Il fatto che al tempo di un processo per sodomia, subito da Leonardo nel 1476 e dal quale esce assolto, il pittore risulti ancora presso il suo maestro - Sta con Andrea de Verrochio, afferma il documento - potrebbe intendersi anche nel senso di una convivenza, piuttosto che di una condizione di apprendistato.
In base a un altro documento, non ancora pubblicato, risulterebbe che nel 1478 Leonardo mettesse su bottega per conto proprio, aggregandosi forse solo un paio di assistenti. In quel tempo infatti comincia a ricevere commissioni pubbliche come la pala daltare per la cappella di San Bernardo in Palazzo vecchio, nota solo attraverso un documento appunto del 1478 e alla quale potrebbe riferirsi una serie di studi per unAdorazione dei pastori. Si tratterebbe di una Nativit nella tradizione di quelle di fra Filippo Lippi, dalla quale Leonardo sarebbe poi pervenuto alla concezione della grandiosa Adorazione dei magi, lasciata allo stato di abbozzo al momento di trasferirsi a Milano nel 1482.
In questa tavola, la pittura prende gradualmente corpo dal disegno; secondo un procedimento nuovo, quindi, ripreso pi tardi dai veneti, che consiste nelleseguire la composizione direttamente sulla superficie da dipingere, senza lausilio di un cartone ma sviluppando unidea saggiata in alcuni disegni preliminari di formato relativamente piccolo. Figure dunque abbozzate, non tanto come quelle delle sinopie, ma proprio come disegni portati a scala naturale insieme ai quali proiettare perfino unimmagine della propria presenza fisica, come nel caso della figura in piedi, lo sguardo rivolto allesterno, posta allestrema destra del quadro, e nella quale una convincente ipotesi ha voluto individuare lautoritratto del giovane pittore.
Leonardo parte dunque con lidea del disegno come pittura e della pittura come disegno. Ed per questo che in tutti i suoi dipinti autentici che seguiranno nel tempo e che saranno portati a un notevole grado di compiutezza (non si pu certo parlare di non finito nel caso della Dama dellermellino o della stessa Gioconda), le figure rivelano sempre una impeccabile impostazione di disegno. E poich il disegno lespressione pi diretta del moto fisico e mentale, le figure di Leonardo sono dotate di una vivacit e vitalit senza precedenti. E vede bene il Vasari quando nel proemio alla terza parte delle Vite individua in Leonardo lartefice della fase conclusiva nello sviluppo dellarte italiana dal tempo del rinnovamento iniziato con Giotto e portato avanti da Masaccio: Leonardo da Vinci, il quale dando principio a quella terza maniera che noi vogliamo chiamare la moderna, oltra la gagliardezza e bravezza del disegno, ed oltra il contraffare sottilissimamente tutte le minuzie della natura, cos a punto come elle sono, con buona regola, miglior ordine, retta misura, disegno perfetto, e grazia divina, abbondantissimo di copie, e profondissimo di arte, dette veramente alle sue figure il moto e il fiato. Pi che della pittura, qui Vasari sembra parlare proprio del disegno di Leonardo. E c da credere che lorigine del talento di Leonardo disegnatore risalga a un periodo precedente lapprendistato presso il Verrocchio, un periodo del quale non rimasta alcuna traccia, nemmeno indizi di carattere documentario. Considerando la precocit di altri contemporanei (si pensi a Mantegna che allet di diciassette anni era gi impegnato con la decorazione della cappella Ovetari a Padova), vien da chiedersi in che modo e dove Leonardo avesse impiegato gli anni delladolescenza prima di entrare nella bottega del Verrocchio. Che da bambino fosse posto a una scuola dabbaco, come susava allora per avviare i giovani alla mercatura, ce lo dice il Vasari che spiega pure come Leonardo, passando dalla matematica alla musica, trovasse la sua vera vocazione - la pittura - attraverso il disegno.
Veramente mirabile e celeste fu Lionardo figliuolo di Ser Piero da Vinci; e nella erudizione e principj delle lettere arebbe fatto profitto grande, se egli non fusse stato tanto vario ed instabile. Cos esordisce il biografo alludendo a una formazione letteraria di Leonardo della quale non si ha altra indicazione documentaria. E prosegue: Perciocch egli si mise a imparare molte cose; e incominciate, poi labbandonava. Ecco, nellabbaco, egli in pochi mesi che vattese, fece tanto acquisto, che movendo di continuo dubbj e difficult al maestro che glinsegnava, bene spesso lo confondeva. Dette alquanto dopera alla musica; ma tosto si risolv a imparare a suonare la lira, come quello che dalla natura aveva spirito elevatissimo e pieno di leggiadria, onde sopra quella cant divinamente allimprovviso. Nondimeno, bench egli a s varie cose attendesse, non lasci mai il disegnare ed il fare di rilievo, come cose che gli andavano a fantasia pi dalcunaltra.
Dopo questo preambolo si narra un evento al quale sarebbe utile attribuire una data e che, stando ai documenti, non pu essere anteriore al 1469, quando il diciassettenne Leonardo risulta ancora a Vinci, mentre suo padre ha preso in affitto una casa a Firenze, nel luogo in cui pi tardi sorger palazzo Gondi in piazza San Firenze. Vasari si limita a raccontare lepisodio del padre, ser Piero da Vinci, che presenta il figlio ad Andrea del Verrocchio: Veduto questo, ser Piero, e considerato lelevazione di quello ingegno, preso un giorno alcuni de suoi disegni [ dunque sempre il disegno che apre la strada a Leonardo], gli port ad Andrea del Verrocchio chera molto amico suo, e lo preg strettamente che gli dovesse dire, se Lionar-do attendendo al disegno farebbe alcun profitto. Stup Andrea nel veder il grandissimo principio di Lionardo, e confort ser Piero che lo facesse attendere; onde egli ordin con Lionardo che dovesse andare a bottega di Andrea: il che Lionardo fece volentieri oltre a modo: e non solo esercit una professione, ma tutte quelle ove il disegno interveniva.