LA NASCITA DI UN MITO
di Antonio Paolucci
Quando Michelangelo Buonarroti cominci a lavorare al David (lincarico ufficiale del 16 agosto 1501), aveva appena ventisei anni.
Ma era gi un artista famoso. A Roma aveva stupito il mondo con la Piet di San Pietro scolpita nel 1499 per il cardinale francese Jean Bilhres de Lagraulas. Fra il 1496 e il 1497 aveva affrontato il tema del nudo virile stante, argomento principe della grande statuaria classica. Il risultato il Bacco oggi al museo del Bargello, a Firenze, scolpito per il cardinale Raffaele Riario, poi passato in propriet del banchiere Jacopo Galli: la statua pi antichizzante di Michelangelo ma anche il primo nudo moderno della storia dellarte. Se nel Bacco del Bargello il Buonarroti aveva dimostrato di sapersi confrontare con lantico, realizzando il David va oltre quel risultato. Supera i modelli. Vince gli antichi. Crea la scultura che ha tolto il grido a tutte le statue moderne e antiche o greche o latine che si fussero. La sentenza di Giorgio Vasari, il critico che contribu pi di ogni altro a costruire in vita il mito del grande scultore. Per rafforzare il concetto, Vasari dice che il David riassume ed esaurisce lidea stessa di statua: E certo chi vede questa, non deve curarsi di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o negli altri da qualsivoglia artefice. Come dire: chi vede il David non ha bisogno di vedere niente altro nellarte della scultura. Questo afferma lo storico aretino. Sono passati secoli e liperbole laudativa che Giorgio Vasari utilizz come espediente retorico per esprimere la sua ammirazione si ha limpressione che oggi venga presa alla lettera dalla gran parte dei turisti che entrano nel museo dellAccademia di Firenze dove oggi custodito il capolavoro michelangiolesco. Ci entrano per vedere il David e quasi soltanto quello, convinti che, visto il David, ben poco di altro ci sia da vedere.
La storia fisica del David ha inizio nei magazzini dellOpera di Santa Maria del Fiore, la cattedrale fiorentina. Allorigine c un marmo di grandi dimensioni, non per di buona qualit, che si vuole proveniente dalla cava di Fantiscritti, sopra Carrara. Altri scultori prima del Buonarroti (Agostino di Duccio nel 1464, Antonio Rossellino nel 1476) avevano tentato di lavorarlo, lasciandolo sbozzato. persino possibile (ma si tratta di ipotesi critica assai controversa e non dimostrabile) che la forma attuale della statua sia stata in parte condizionata dai precedenti interventi. Nonostante questi non trascurabili svantaggi (la mediocre qualit del marmo, il blocco gi manomesso), il ventiseienne Michelangelo accetta lincarico e lo porta a termine in appena tre anni.
Le cronache fiorentine descrivono minuziosamente il laborioso transito del gigante dallOpera del duomo a piazza della Signoria e fin sul sagrato di Palazzo vecchio. Loperazione dur dal 14 maggio all8 giugno del 1504. Per il trasporto fu approntata una complicata attrezzatura studiata da Antonio da Sangallo, dal Cronaca, da Baccio dAgnolo e da Bernardo del Cecca. Fu necessario rimuovere la Giuditta di Donatello perch il David era destinato a sostituirla nel sistema simbolico della piazza.
L11 giugno veniva deliberata lesecuzione di un basamento marmoreo progettato da Antonio da Sangallo e Simone del Pollaiolo. I mesi di luglio e di agosto Michelangelo li pass a rifinire la scultura. Si verific in quel periodo lepisodio famoso riportato da Giorgio Vasari. Riguarda il gonfaloniere Pier Soderini il quale, un giorno, guardando da sotto in su la statua con Michelangelo al lavoro, avanz qualche critica riguardo il naso del David: riuscito troppo grosso, a suo giudizio. Lartista, per compiacere il suo illustre critico, maneggiando lo scalpello e lasciando cadere un poco di polvere di marmo raccolta dalle tavole del ponteggio e stretta in pugno, fece finta di ritoccare il naso. Poi guardato a basso il Gonfaloniere, che stava a vedere, disse: guardatelo ora. A me mi piace di pi (disse il Gonfaloniere): gli avete dato la vita. Cos scese Michelangelo, che se ne rise da s, avendo compassione a coloro che, per parere dintendersi, non sanno quel che si dicono. In effetti la conclusione dellepisodio e il sorriso di Michelangelo sono il commento migliore allincompetenza dei critici darte improvvisati e presuntuosi: frequenti purtroppo in tutte le epoche.
L8 settembre 1504, festa della Madonna, il David veniva scoperto e mostrato ai cittadini. Pochi giorni prima lartista aveva riscosso il saldo del prezzo pattuito: quattrocento scudi, una cifra considerevole non per eccezionale se si pensa alle dimensioni dellopera e alla dura fatica di tre anni di lavoro. La collocazione del David sul sagrato di Palazzo vecchio, al posto della Giuditta, fu il risultato di un giudizio tecnico che vide a confronto i principali artisti fiorentini di quegli anni: da Leonardo da Vinci a Botticelli, da Giuliano da Sangallo a Piero di Cosimo, a Filippino Lippi. La commissione si riun il 25 gennaio 1504, quando la scultura era ormai praticamente finita. A parte leccentrica proposta dellanziano Botticelli, il quale avrebbe voluto per il David un posto eminente nei pressi della cattedrale, le ipotesi a confronto furono sostanzialmente due: la messa in opera sul sagrato di Palazzo vecchio al posto della Giuditta oppure, in alternativa, una collocazione semicoperta dentro la loggia dellOrcagna (poi dei Lanzi). Vinse la prima anche perch era la preferita da Michelangelo. E anche perch l, di fronte alla porta dingresso del palazzo del potere, il David poteva esprimere al meglio il suo messaggio simbolico di emblema della repubblica che invincibile perch custode del buon diritto e protetta, come leroe biblico, dalla mano di Dio.
Il David, inaugurato dunque l8 settembre dellanno di Cristo 1504, dovette apparire agli occhi dei fiorentini qualcosa di molto simile agli di di Fidia e di Prassitele di cui parlano gli autori antichi. Alto sul piedistallo, di misure imponenti, quasi accecante nelleburneo splendore di una nudit mai fino ad allora rappresentata in scala cos grande e con tanto realismo, forse leroe biblico portava sulla testa una ghirlanda dorata come si conviene a un atleta vittorioso, mentre erano lumeggiati doro il tronco dietro la gamba destra e la fionda. Nel settembre dellanno 1504 dovette sembrare a molti che Firenze avesse toccato lo zenit della sua storia artistica gloriosa. Ai piedi del gigante la citt del giglio si riconosceva come scuola del mondo ed erede legittima di Atene e di Roma antiche.