2014 Giunti Editore S.p.A.
DA SARAGOZZA A MADRID ATTRAVERSO LITALIA
Dar una prova per dimostrare coi fatti che non ci sono regole in pittura,sosteneva Francisco Goya. Libert dunque in ogni senso per raccontare la societ spagnola, e lumanit in genere, con le sue contraddizioni, assurdit, superstizioni e crudelt. Dal Rococ al neoclassicismo, dallilluminismo al romanticismo, Goya sfiora tutti i movimenti contemporanei elaborando una sua originale poetica, che anticipa artisti come Munch e Bacon. Capricci, Disastri, Follie sondano con spietatezza lanimo umano, mettendolo a nudo con coraggio, mentre i ritratti immortalano il mondo dellAncien rgime con le sue luci e ombre. Brillante cortigiano e uomo anticonformista, attento alla tradizione ed eccezionale innovatore, Goya uno dei pi illuminati artisti europei.
Nasce il 30 marzo 1746 a Fuendetodos, a una quarantina di chilometri da Saragozza. Il padre, Braulio Jos Goya y Franque era maestro doratore, il nonno notaio, la madre Engracia Lucientes apparteneva a una famiglia della piccola nobilt aragonese. Lui era lultimo di molti figli.
Studia nel collegio delle Scuole pie dei padri Scolopi di Saragozza, dove conosce Martn Zapater, suo amico per tutta la vita. A quattordici anni entra nella bottega del pittore Jos Luzn e impara a disegnare copiando stampe. Tre anni dopo, nel dicembre del 1763, a Madrid, introdotto a corte da Francisco Bayeu, compatriota trasferitosi quellanno nella capitale alle dipendenze del re. Partecipa a un concorso dellAccademia di belle arti di San Fernando per giovani poveri e abili, ma gli va male. Nel gennaio 1766 ritenta, ma a vincere il premio Ramn Bayeu, fratello di Francisco.
A Madrid regnava dal 1759 Carlo III di Borbone (1716-1788), gi duca di Parma e Piacenza e re delle Due Sicilie, promotore di una politica riformista che gli valse la fama di monarca assoluto ma illuminato. La vita artistica ruotava intorno allAccademia di San Fernando, fondata da Ferdinando VI nel 1752 sul modello francese. Dominante era la figura del pittore boemo Anton Raphael Mengs, chiamato a corte nel 1761, come ritrattista, da Carlo III per il quale aveva lavorato a Napoli. Nel 1766 Mengs, nominato tre anni prima direttore onorario di pittura dellAccademia, era diventato primo pittore di camera, con vari incarichi, tra cui la decorazione ad affresco del soffitto di Palazzo reale. Aveva portato a Madrid lestetica neoclassica, fredda ed equilibrata, teorizzata a Roma dallamico Winckelmann, in deciso contrasto con quella rococ, ricca, mossa, piena di luce di Giambattista Tiepolo, allora in auge nella corte spagnola. Il pittore veneziano era giunto a Madrid nel 1762 con i due figli Giandomenico e Lorenzo.
Non erano gli unici esempi che agli occhi di Goya si presentavano come vincenti. Cera anche il napoletano Corrado Giaquinto, che durante la sua attivit madrilena dal 1753 al 1762 come pittore ufficiale di Ferdinando VI, aveva lasciato sui muri dei palazzi reali e di Aranjuez la sua pittura scintillante e lieve, unapoteosi di colori in un turbinio di luci. Il ventenne Goya ne avr discusso a lungo con Francisco Bayeu, maggiore di lui di dodici anni e anche lui allievo di Luzn, ma pi fortunato perch protetto da Mengs. Si convince che solo in Italia avrebbe potuto migliorare, per poi entrare cos nellAccademia di San Fernando e far carriera.
Decide di intraprendere un viaggio di studio a Roma. Parte nellaprile 1770 e si ferma sino al giugno 1771 a spese sue e della famiglia. Unesperienza riemersa con contorni pi precisi recentemente, quando si scoperto il Cuaderno italiano e individuato il quadro con Annibale vincitore che per la prima volta guarda lItalia dalle Alpi, destinato al concorso indetto dallAccademia di Parma del 1771. Il dipinto della Fondazione Selgas Fagalde (Cudillero, Asturie), attribuito nel passato a Giaquinto, scomparso per anni e ritrovato, fu esposto nel 1994 a Madrid, nel 1996 a Indianapolis e New York, e nel 2000 a Roma (palazzo Barberini).
Il Cuaderno italiano, entrato al Museo del Prado nellottobre del 1993 e sino ad allora sconosciuto, un taccuino di appunti con disegni, commenti, itinerari, presi da Goya durante il soggiorno italiano e dopo il ritorno a Madrid, sino al 1780. Comprende schizzi per lAnnibale del concorso, studi dellErcole Farnese e del Torso del Belvedere, come di molte altre opere, elenchi di citt visitate (Roma, Venezia, Genova, Ancona, Civitavecchia, Parma, Piacenza, Modena, Macerata, Pavia). Tra gli artisti ricordati Raffaello, Veronese, Correggio, Bernini, Algardi, Reni, Guercino, Maratta e Rubens (due quadri visti a Genova). Non mancano note curiose sulla vita di Goya stesso, il viaggio per stabilirsi a Madrid con la famiglia, il giorno del matrimonio nel 1773, le date di battesimo dei figli e i nomi dei rispettivi padrini. Fatti che indicano come questagenda fosse molto cara al pittore. Lattenzione alla statuaria antica nasceva certamente dai suggerimenti di Mengs che, tra la fine del 1770 e nel corso del 1771, risiedeva tra Firenze e Roma, dove il 16 dicembre 1770 era diventato membro dellAccademia di San Luca. probabile che i due artisti si fossero incontrati durante la frequentazione della stessa colonia spagnola.
Il 20 aprile 1771 Goya inviava da Roma allAccademia di belle arti di Parma la tela con Annibale vincitore che per la prima volta guarda lItalia dalle Alpi. Anche questo concorso non and come aveva sperato: tra gli undici pittori presenti, vinse litaliano Paolo Borroni di Pavia. A Goya vennero dati sei voti e un giudizio lusinghiero per luso spigliato del pennello, un certo calore despressione e, nel viso e nellatteggiamento di Annibale, un carattere grandioso con qualche critica per le tinte non vere.
Non poco in definitiva, considerato il prestigio dellAccademia parmense, sostenuta da Filippo di Borbone, nipote di Carlo III. Lopera aveva molto impegnato lartista come dimostrano i pentimenti nella radiografia, i disegni e un paio di bozzetti riapparsi recentemente. Il pittore venticinquenne si sforza in unelaborazione classicista con un esito non privo di fascino, grazie proprio ai colori insoliti e alla luce artificiale.
Roma, dove Goya vive nel palazzo del pittore polacco Taddeus Kuntz in via Sistina, unesperienza fondamentale per la sua arte. Non solo gli permette di ammirare straordinarie antichit, o i grandi artisti del Rinascimento, ma di venire in contatto con interessanti artisti contemporanei che influenzeranno la sua pittura. Giovanni Battista Piranesi, per esempio, lascer un segno nellartista con le sue incisioni Carceri dinvenzione del 1760, ricche di contrasti di luce e ombra, atmosfere cavernose e inquietanti, molte collezionate dallo stesso Goya. Laccademico di Francia Hubert Robert gli fornisce mirabili testimonianze di rovine dipinte e incise e lo svizzero Johann Heinrich Fssli immagini visionarie in cui a far baldoria ci sono mostri e streghe.