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Bocca Claudia. - Torino capitale

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Bocca Claudia. Torino capitale

Torino capitale: summary, description and annotation

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Newton, 2011. 450 p.Dal 1861 al 2011: centocinquanta anni di primati per la prima capitale dItalia
Una storia lunga pi di duemila anni, quella di Torino: capitale di un ducato, poi di un regno e, infine, prima capitale dItalia. Sede di antichi palazzi che hanno ospitato il Parlamento o che hanno visto nascere i protagonisti e i sovrani del Risorgimento. Nel corso della sua lunga esistenza la citt sempre stata protagonista nellarte e nella cultura, basti pensare al prestigioso Museo Egizio, allAccademia delle Scienze o alla moderna editoria. Ma anche nel cinema, nella moda, nella religiosit sociale come nello sport. Allavanguardia nelle scienze e nella tecnica, la patria del made in Italy automobilistico. Il capoluogo piemontese ha assistito alla nascita di progetti importanti, di idee innovative e invenzioni che si sono diffuse in tutto il mondo. Claudia Bocca, raffinata studiosa della realt locale, intende celebrare leccellenza e i successi della sua Torino. Un atto dovuto che restituisce alla citt il ruolo di avanguardia nazionale e internazionale che le spetta, unimmagine di capitale, non certo politica ma culturale e sociale.

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2010 Newton Compton editori srl Roma Casella postale 6214 - photo 1

2010 Newton Compton editori s.r.l.

Roma, Casella postale 6214

www.newtoncompton.com

Realizzazione a cura di Corpotre, Roma

Prima edizione digitale: gennaio 2011

ISBN 9788854129030


Edizione digitale realizzata da Simplicissimus Book Farm srl


Claudia Bocca

Torino capitale

1861-2011: centocinquanta anni di primati per la prima capitale dItalia

Picture 2

Newton Compton editori

A mio marito Marco,

perch lunico che sappia farmi sorridere con gli occhi.

Ogni giorno.

E a mia figlia Elisa, perch il suo sorriso la mia vita.

RINGRAZIAMENTI

Questo libro nato anche grazie a molte persone che mi hanno sostenuto e hanno collaborato nelle ricerche. Un sincero ringraziamento allarch. Adriano Campagnoli, a Roberto Bori Marrucchi, al dott. Gustavo Mola di Nomaglio, alla C de Studi Piemontis, agli ingegneri Mauro Camboni e Luciano Bertolo, alling. Andrea Rolando, alla prof.ssa Angela Baratta, al dott. Marco Albera e al prof. Guido Curto dellAccademia Albertina, alla Societ Ginnastica Torino e alla Societ Canottieri Cerea che gentilmente mi hanno fornito materiali ed informazioni.

Un sentito grazie anche al Lions Club Torino Pedemontium, ai soci e al Presidente, avv. Domenico Baldassarre.

Ma in primo luogo grazie agli amici che mi incoraggiano anche quando la fatica di volere conciliare troppi impegni sembra sopraffarmi.

Soprattutto, grazie a Marco; in questo lavoro pi che mai sono stati fondamentali il suo sostegno e la sua concreta collaborazione nella ricerca dei materiali, nella stesura del corposo indice dei nomi e nella revisione dei testi. E il suo preziosissimo archivio, miniera inesauribile di notizie.

Premessa

Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; Noi abbiano sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per s e suoi Successori il titolo di Re dItalia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Da Torino add 17 marzo 1861.

Cos di fatto inizia la storia dellItalia unita. Queste parole, come si pu leggere nel documento della legge n. 4671 del Regno di Sardegna, valgono come proclamazione ufficiale del Regno dItalia, che fa seguito alla seduta del 14 marzo 1861 del Parlamento, nella quale stato votato il relativo disegno di legge. E il 21 aprile 1861 quella legge diventa la n. 1 del Regno dItalia.

Sono trascorsi 150 anni. Ma intorno a queste parole si chiude una storia che per Torino era iniziata tanto tempo prima, forse quando la citt dei Taurini riusc a rallentare lesercito di Annibale, o quando Emanuele Filiberto di Savoia ne aveva fatto la sua capitale. Poi in tempi brevissimi, circa due anni, dalla vittoria degli eserciti franco-piemontesi del 1859 allincontro di Teano, di un territorio diviso in sette Stati, si fatto un unico Regno. E per Torino si aperta unaltra storia. Prima capitale dItalia, poi capitale di iniziative in tutti i campi.

Questo libro non vuole, non pu e non deve raccontarne la storia completa. Da solo non basterebbe, n ha la pretesa di farlo. Vuole accompagnare il lettore in una panoramica di piccole e grandi situazioni che permettano di capire in che senso possiamo, a ragion veduta, parlare di Torino capitale.

Ho scelto di seguire un percorso particolare; dopo una sintesi dei principali avvenimenti che hanno segnato la storia della mia citt, ho cercato di presentare in che senso Torino possa comunque fregiarsi dellappellativo di capitale.

Lo , e lo stata, nei luoghi della citt in cui lItalia nata o si celebrata, in una religiosit sociale che si diffusa in tutti i continenti, in alcune caratteristiche urbanistiche ed artistiche che la rendono cos particolare, nei suoi primati nella cultura, nelle scienze, nella tecnica, nel cinema e nelle comunicazioni, nella moda e nello sport, ma anche per prodotti e tradizioni legati allenogastronomia.

Non ho inteso farne un testo celebrativo, o per lo meno non vuole essere solo questo, non un elenco di primati, che pure sarebbero numerosi, ma uno sguardo tra passato e futuro per capire quale possa essere la ricetta Torino. La sua storia, anche se razionalmente spiegabile, da sola non sufficiente. Solo una complessa miscela di situazioni, occasioni, personaggi, pu aiutare a comprendere un percorso pieno di anomalie. Una citt che nel Medioevo era marginale, chiusa nel perimetro dellantico castrum, sotto la guida di un duca che decise un nuovo orientamento per la sua dinastia, si apr a prospettive nuove ed inaspettate. Si deline anche urbanisticamente con caratteristiche particolari, crebbe al suo interno uomini e iniziative vincenti, spesso in anticipo suoi loro tempi, anche quando sembravano legati alle tradizioni e al passato. Seppe trovare la strada per non soccombere tra potenti vicini, molte volte con una politica spregiudicata, poi prese la guida degli ideali risorgimentali, divenne unica speranza possibile anche per chi non condivideva gli ideali sabaudi. Unico Stato italiano a mantenere uno statuto concesso in periodo di rivolte, con la saggia guida di Cavour, ma anche delle personalit che in quegli anni il destino volle riunite a Torino, dai santi sociali a geniali inventori, da uomini di idee a uomini di azione, si trasform completamente e cre una struttura economica solida e piena di possibili sviluppi. Anche il suo esercito e il legame particolare che aveva con i cittadini furono fondamentali.

Nel 1847, in casa del patriota Lorenzo Valerio, il compositore Michele Novaro si era trovato in mano il testo scritto da Mameli, quel Fratelli dItalia che aveva un significato cos forte in quei difficili momenti. Novaro si mise al cembalo e compose la musica di quello che diventer linno nazionale. A Torino. Profeticamente.

Dopo la grande esaltazione, la grande delusione. La crisi. La convenzione del settembre 1864. La perdita di quel ruolo appena conquistato. Un punto a capo che stato ripresa feconda. Gli ultimi decenni dellOttocento e linizio del Novecento hanno visto Torino reinventarsi, scoprirsi nuove vocazioni, cercare nel carattere della sua gente, non facile agli entusiasmi ma seriamente impegnata, la volont di aprire nuove strade. Ecco il fervore intellettuale, ma anche nellimprenditoria comunque attenta al sociale pi che altrove, ecco la volont di sperimentare, di lanciarsi in attivit nuove, di passare da una realt industriale di primo piano al terziario avanzato e alla nuova vocazione cha affianca senza contraddizioni la ricerca tecnologica e spaziale allavanguardia, istruzione deccellenza, vocazione turistica scoperta quasi con stupore.

Questo libro vorrebbe aiutare i torinesi che amano la loro citt a guardarla con maggiore attenzione, ad essere consapevoli dei suoi tanti primati (durante la stesura di questo lavoro confesso che non sono state poche le scoperte), ma senza quello spirito borboton, quello che troppo spesso ha fatto scuotere la testa dicendo: Tanto noi inventiamo e poi ce lo portano via. No, nessuno pu togliere nulla allorgoglio di questa citt, alle sue capacit. E chi non torinese, n per nascita n di adozione, con queste pagine, mi auguro, potr farsi venire la voglia di venire a vedere, a constatare di persona. A cercare di capire.

Ma questo libro anche un atto dovuto. In occasione delle celebrazioni di Italia 150, una torinese nata nel 1961 che da circa venticinque anni a vario titolo studia e cerca di far conoscere la storia, la lingua, le tradizioni di Torino, non poteva tacere. Spera di accompagnare i lettori in un viaggio gradevole e, consapevole di aver omesso o dimenticato sicuramente molti aspetti di questa citt cos variegata, si augura comunque di aver aggiunto qualche tassello per chi desidera conoscerla.

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