Della stessa autrice:
Operazione Fritham, 2015
La leggenda del sesto uomo, 2013
In copertina:
Andrea Bettega Juta Studio
N4 1928
www.jutastudio.it
Elaborazione grafica:
Iperborea
Progetto grafico:
XxYstudio
Monica Kristensen
LULTIMO VIAGGIO DI AMUNDSEN
Traduzione di
Sara Culeddu
Titolo originale:
Amundsens siste reise
Prima edizione: Forlaget Press, Oslo, 2017
Traduzione dal norvegese di
Sara Culeddu
Questa traduzione stata pubblicata grazie
al contributo finanziario di NORLA
2017, Monica Kristensen
Published by agreement
with Copenhagen Literary Agency ApS
2019, Iperborea S.r.l., Milano
www.iperborea.com
ISBN 978-88-7091-581-5
LULTIMO VIAGGIO DI AMUNDSEN
Per consentire al lettore di seguire gli itinerari delle varie spedizioni sulla cartina suggerita dallautrice (toposvalbard.npolar.no), stata conservata il pi possibile la toponomastica norvegese.
Prologo
Troms, 18 giugno 1928
La stanza era immersa nella penombra, mentre alle finestre la luce del giorno era accecante. La bella villa di tre piani in stile svizzero si trovava a met della via principale di Troms, Storgata, che attraversa tutta la citt.
Era qui che, allalba di luned 18 giugno 1928, si erano rifugiati il celebre esploratore polare Roald Amundsen e il pilota norvegese Leif Dietrichson. Sia gi al molo sia intorno alla villa, che aveva il pianterreno tutto occupato dalla farmacia Nordstjerne, si era radunata una folla di gente che chiacchierava animatamente: il vecchio eroe polare era finalmente arrivato in citt.
Lidrovolante francese Latham 47 II era atterrato nello Stretto di Troms poco dopo le sei del mattino. Aveva attraccato sul lato orientale del canale, accanto al magazzino della compagnia Vestlandske Petroleumskompani, e lequipaggio composto da quattro francesi e due norvegesi aveva raggiunto la terraferma con una scialuppa. A bordo del velivolo era salito un custode, ingaggiato l a Troms, che aveva lincarico di rimanere sullidrovolante mentre il personale di bordo si riposava.
Ren Guilbaud, il capo pilota, e Leif Dietrichson erano personaggi noti nellambiente aeronautico, famosi per la loro destrezza e i loro voli pionieristici, ma era la presenza di Roald Amundsen ad aver scatenato leccitazione generale e occupato i titoli dei giornali. Il percorso a piedi dal molo al centro di Troms non era lungo e la gente, nonostante fosse mattina presto, si era radunata in strada per assicurarsi di vedere lesploratore polare almeno di sfuggita.
Roald Amundsen era abituato alle acclamazioni. Facevano parte della sua vita da pi di ventanni. Sorrideva cordialmente cercando di tenere il passo lungo e senza fermarsi a rispondere alle domande. Il giorno prima aveva rilasciato unintervista a Bergen. Per quanto lo riguardava, era pi che sufficiente. A Troms aveva tempi stretti e non voleva essere disturbato. La meta esatta della prossima tappa del volo verso nord non era ancora stata fissata. Cerano decisioni importanti da prendere.
Non proprio tutti i convenuti, per, potevano essere evitati, per esempio Helmer Hanssen, un vecchio amico di Amundsen che aveva partecipato a ben tre delle sue spedizioni maggiori. Dopo vari litigi nei sette anni della missione Maud nel Mar Glaciale Artico, il recupero dellamicizia si era dimostrato difficile: e adesso Helmer Hanssen era venuto a dargli pubblicamente il benvenuto, gesto in cui molti videro unofferta di riconciliazione. Che ne pensasse Amundsen, non possiamo saperlo. Si ferm, strinse la mano al compagno di un tempo e scambi con lui qualche parola, ma il proprietario della bella villa di Storgata, Fritz Gottlieb Zapffe, si adoper abilmente perch lesploratore polare e Leif Dietrichson riparassero in casa al pi presto. Helmer Hanssen non fu invitato a unirsi a loro.
I quattro francesi si sistemarono nel vecchio e pi che rispettabile Grand Hotel, a due edifici di distanza dalla villa di Zapffe, e si misero a letto per riposare qualche ora. Il volo dalla Francia da Caudebec, per la precisione era stato lungo e le condizioni meteorologiche sul Mare del Nord difficili, con tempeste e grandinate lungo parte della rotta.
Roald Amundsen (Borge, 16 luglio 1872 Mar Glaciale Artico, 1928).
Avevano fatto scalo a Bergen per accogliere a bordo Amundsen e Dietrichson, ma nessuno era riuscito a dormire granch prima della ripartenza per Troms. La tappa seguente, alle isole Svalbard, sarebbe stata una nuova, grande sfida. Nessuno dei francesi aveva esperienza di zone artiche: le loro imprese con il Latham avevano avuto luogo molto pi a sud, sul Mediterraneo.
Zapffe e Amundsen erano in salotto a parlare tra loro in tono confidenziale. Ogni tanto Dietrichson li interrompeva portando notizie dallesterno, per poi correre di nuovo via con le loro risposte. Era in contatto costante con lIstituto di geofisica ed entrava ad aggiornarli sulle condizioni meteorologiche: al momento erano sfavorevoli, ma nel corso della giornata potevano migliorare. Amundsen aveva gi fatto colazione e anche un bagno, ma non voleva dormire. Sembrava rimuginare su un qualche problema e rispondeva alle raffiche di domande di Dietrichson quasi sovrappensiero.
Le ricerche internazionali del dirigibile Italia, che era scomparso nel viaggio di ritorno dal Polo Nord, stavano diventando la pi grande azione di salvataggio mai effettuata in quella zona. Solo ora il Latham si stava unendo alle ricerche e sembrava che, almeno in Norvegia, in questa spedizione si riponesse molta fiducia: se cera qualcuno in grado di ritrovare e salvare lequipaggio del dirigibile italiano, quello era Roald Amundsen.
Dalla strada giungevano rumori in lontananza. Era come se il tempo si fosse fermato. Ma, da qualche parte della casa, dei rintocchi sordi e cupi suonarono la mezzora.
Il farmacista era in pensiero. Voleva a tutti i costi rincuorare lospite rabbuiato. Ovviamente era felice per lui, che poteva partire per le Svalbard a cercare il dirigibile italiano, ma cosa poteva dirgli senza rischiare di irritarlo o di offenderlo? Meglio restare sulle questioni pratiche: lattrezzatura e il carburante da caricare sul Latham, le provviste da stivare. Lidrovolante, che alla partenza da Bergen risultava gi piuttosto pesante, sarebbe ripartito da Troms ancora pi carico per via della benzina di scorta richiesta da Dietrichson.
Fritz Zapffe sapeva bene che Amundsen era quasi completamente incapace di costanza nei rapporti: negli anni lo aveva visto allontanare un gran numero di amici e colleghi. Lui, invece, era riuscito nellimpresa di restare suo fidato collaboratore per oltre venticinque anni.
Nel 1901 un giovane e inesperto esploratore polare era arrivato a Troms per comprare e attrezzare unimbarcazione con lintento di attraversare il passaggio a nordovest. Nella cittadina polare le voci avevano cominciato a girare e Fritz Zapffe, che era corrispondente del Morgenbladet, era andato a incontrarlo al molo. Era cos che aveva scoperto che Amundsen stava cercando una nave per la sua spedizione.