Lautore
Claudio Gatti stato corrispondente dagli Stati Uniti del settimanale LEuropeo, vicedirettore del settimanale economico Il Mondo, direttore del supplemento sullItalia dellInternational Herald Tribune e inviato speciale de Il Sole 24 Ore. Con Roger Cohen ha pubblicato il libro In the Eye of the Storm: the Life of General H. Norman Schwarzkopf (1991). In Italia ha pubblicato Rimanga tra noi. LAmerica, lItalia, la questione comunista: i segreti di 50 anni di storia (Leonardo 1991); Il quinto scenario (Rizzoli 1994), inchiesta sulla strage di Ustica; Fuori orario. Da testimonianze e documenti riservati le prove del disastro Fs (Chiarelettere 2009); Il sottobosco. Berlusconiani, dalemiani, centristi uniti nel nome degli affari (con Ferruccio Sansa, Chiarelettere 2012) ed Enigate: i documenti esclusivi sulle tangenti internazionali che lente petrolifero accusato di aver pagato (Paper First 2018).
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Inchieste e reportage
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Chiarelettere editore srl
Soci: Gruppo editoriale Mauri Spagnol S.p.A.
Lorenzo Fazio (direttore editoriale)
Sandro Parenzo
Guido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare S.p.A.)
Sede: corso Sempione, 2 - Milano
ISBN 978-88-3296-231-4
Copertina
Art director: Giacomo Callo
Graphic designer: Marina Pezzotta
Nessun albero stato abbattuto per la realizzazione di questo eBook
Cura editoriale di Maria Cristina Olati
Prima edizione digitale: maggio 2019
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Sommario
I DEMONI DI SALVINI
Questo libro
La maschera leghista
Chiedersi se Matteo Salvini sia fascista non solo un esercizio inutile. un grave errore. Non tanto perch al Capitano, come lo chiamano i suoi fan, sempre mancato un credo politico, quanto perch la facile smentita estinguerebbe un dibattito assolutamente necessario sulla pericolosit del ministro dellInterno per la democrazia italiana.
Salvini a mio giudizio molto pi preoccupante di un fascista. un cinico opportunista che ha assecondato unoperazione dinfiltrazione culturale e politica da parte di un manipolo di persone classificabili come postnazisti. E, a seguito di tale operazione, diventato agente dinfluenza di una potenza straniera, la Russia di Putin.
Come Bossi prima di lui, Salvini entrato in scena in quella che il filosofo Zygmunt Bauman ha definito la societ liquida. E in questa et postideologica il suo opportunismo si potuto esplicitare in un modo ancora pi intenso e sfacciato. La mancanza di costrizioni (o zavorre) dottrinali ha infatti favorito il successo di unoperazione che ha portato un movimento nato liberista e autonomista, quale era la Lega degli anni Ottanta, ad abbracciare cultura e scelte politiche di chiara impronta nazionalsocialista. La riuscita di questo takeover attribuibile in parte al vuoto ideologico della nostra era. Ma ancor di pi al cinismo, prima di Bossi e poi del suo giovane erede: due persone pronte a sposare qualsiasi causa e associarsi a qualsiasi persona pur di emergere e rimanere al centro dellattenzione nazionale.
Nelle pagine a seguire riveler lidentit e la storia dei principali protagonisti di questa trama, un manipolo di postnazisti che ha saputo trarre vantaggio da debolezze e difetti della democrazia liberale, individuando prima in Bossi e poi in Salvini i leader adatti per realizzare ci che un comunista, Antonio Gramsci, aveva teorizzato: egemonizzare il dibattito culturale per assumere il controllo di quello politico.
Se ho deciso di applicare a queste persone letichetta di postnazisti, non solo per via di dichiarazioni e documenti che ho raccolto. O perch in una lunga chiacchierata con me, Robert Steuckers, loro amico e partner ideologico in Belgio, li ha definiti nazisti evoliani. No, lo faccio a seguito di lunghe conversazioni con uno dei primattori di questo scenario, dal quale ho capito che il termine pi adatto per ricostruire un piano alla cui elaborazione e implementazione ha partecipato in prima persona.
Che sia chiaro: non sto affermando che oggi Salvini, come ieri Bossi, abbia sposato la causa postnazista. E neppure che sia un burattino eterodiretto.
Dico che, come il suo padre/padrino politico, Salvini un uomo pronto a tutto. Incluso allearsi con i nemici della democrazia. Seppure la mia inchiesta dimostri come la Lega di Bossi e Salvini abbia normalizzato un costrutto culturale postnazista, sono convinto che i due leader del Carroccio lo abbiano fatto per puro e cinico calcolo politico. Di conseguenza, la sostenibilit o provvisoriet del complotto dinfiltrazione postnazista descritto in queste pagine quasi irrilevante. A contare il fatto che spregiudicatezza politica e mancanza di bussola etica hanno guidato i due leader del Carroccio in un crescendo di artifici demagogici, che nel corso di trentanni li ha traghettati dalla xenofobia antimeridionale agli schemi culturali dei cospiratori postnazisti, oggi interamente assorbiti nella liturgia politico-culturale ovvero metapolitica della Lega. sicuramente possibile che, essendo entrato nelle stanze dei bottoni al Viminale e a Palazzo Chigi, Salvini adesso cambi marcia. E la mancata candidatura di Mario Borghezio alle europee del maggio 2019 potrebbe essere il primo segnale. Ma poco importa.
Armato di quegli schemi, Salvini arrivato al potere alimentando, una dopo laltra, teorie del complotto intese sia a inoculare paura e ansia nelle persone, sia a delegittimare le istituzioni italiane ed europee. Questoperazione di manipolazione dellopinione pubblica italiana ha avuto, come vedremo, tra i suoi protagonisti anche Marcello Foa, la persona che il ministro dellInterno ha imposto al vertice della Rai, la pi importante azienda giornalistico-culturale del paese.
Come Mussolini con Hitler, Salvini ha inoltre dimostrato di essere pronto ad associarsi a chiunque, non solo in Italia ma anche allestero. I cospiratori postnazisti gli hanno aperto le porte del Cremlino e lui si buttato tra le braccia di Putin senza alcuna esitazione.
Se il Duce impieg anni, prima di seguire scodinzolando il Fhrer, il Capitano si di fatto assoggettato allex spione del Kgb dal primo giorno in cui ha preso il timone dellallora disastrato barcone leghista. Lanalisi delle sue prese di posizione pubbliche dimostra infatti che, da quel lontano dicembre del 2013, Matteo Salvini ha cominciato ad agire da agente dinfluenza del Cremlino.
La rivista ufficiale della nostra intelligence, Gnosis, ci spiega che lagente dinfluenza non soltanto un agente segreto che opera sotto mentite spoglie, diffondendo idee, sostenendo teorie, dirigendo movimenti di opinione secondo le direttive ricevute. Ma anche colui che per convinzione personale agisce nello stesso modo, [] manipolato da altri e quindi senza rendersi conto, magari in buona fede, di operare per interessi estranei ed esterni e addirittura in contrasto con i propri e con quelli del proprio paese.
La definizione continua cos: Sebbene spesso non siano legati da un rapporto organico con i servizi di intelligence, gli agenti dinfluenza sono tuttavia gestiti e coordinati da strutture organizzate, riconducibili direttamente o indirettamente agli apparati di sicurezza e informazione o, comunque, al sistema di sicurezza e difesa di uno Stato, soprattutto nel caso di campagne dinfluenza complesse, caratterizzate da un elevato livello di sofisticazione e proiettate a lungo termine.