Christa Wolf
PREMESSE A CASSANDRA
(Quattro lezioni su come nasce un racconto)
1984, edizioni e/o, Roma
Traduzione e note a cura di Anita Raja
INDICE
Avvertenza di Anita Raja.
Presentazione dell'autrice.
Prima lezione:
Resoconto di viaggio.
Casuale apparizione e progressiva costruzione di una figura letteraria.
Seconda lezione:
Il resoconto di viaggio continua seguendo una traccia.
Terza lezione:
Un diario di lavoro sulla materia di cui sono fatti la vita e i sogni.
Quarta lezione:
Una lettera su univocit e pluralit di senso, determinazione e indeterminazione; su situazioni antichissime e nuove ottiche; sull'oggettivit.
Bibliografia.
Note.
AVVERTENZA
Questo testo raccoglie le "lezioni di poetica" tenute da Christa Wolf nel 1982 all'Universit di Francoforte.
Si tratta di quattro interventi in cui l'autrice illustra la genesi del racconto "Cassandra" (Edizioni e/o, Roma 1984) a partire dal viaggio fatto in Grecia, nel 1980, insieme al marito Gerhard (germanista e critico letterario) indicato come G.
Per la traduzione mi sono attenuta al testo pubblicato da Luchterhand nel marzo 1983.
Ma ho tenuto conto anche delle lievi modifiche stilistiche presenti nell'edizione comparsa successivamente nella R.D.T. ("Kassandra.
Vier Vorlesungen.
Eine Erzblung", Berlin und Weimar 1983) che riunisce in un unico volume le "Premesse" e "Cassandra".
Segnalo qui che in tale edizione la terza lezione presenta in calce la dicitura versione ridotta ("gekrzte Fassung"), e risulta mutilata, in rapporto all'edizione Luchterhand di 65 righe a stampa.
La versione che qui viene fornita integrale.
Notevole importanza hanno nel testo le citazioni dall'"Orestea" di Eschilo.
Christa Wolf ricorre a quattro traduzioni dell'originale greco (indicate nella bibliografia) lavorando sulle indicazioni e le suggestioni che da queste traduzioni le derivano.
Per cercare di restituire al lettore italiano il percorso compiuto dall'autrice, ho tradotto i brani citati direttamente dalle versioni tedesche di Eschilo, rinunciando a fornire preesistenti traduzioni italiane.
Allo stesso modo mi sono comportata per i passi citati dalla "Poetica" di Aristotele e per i versi dell'"Ode ad Afrodite" di Saffo.
Elenco qui di seguito le traduzioni italiane a cui ho fatto ricorso:
Engels, Friedrich, "L'origine della famiglia, della propriet privata e dello stato", introduzione e note di F. Codino, traduzione di Dante Della Terza, Editori Riuniti, Roma 1976.
Erodoto, "Le Storie", traduzione, introduzione e note di Luigi Annibaletto, Mondadori, Milano 1956.
Goethe, Wolfgang, "Faust", introduzione di C. Cases, traduzione di Barbara Allason, Einaudi, Torino 1982.
Goethe, Wolfgang, "Ballate", traduzione, note e commento di Roberto Fertonani, introduzione di G. Cusatelli, Garzanti, Milano 1975.
Goethe, Wolfgang, "Teatro: Egmont, Ifigenia in Tauride, Tasso", a cura di Giovanni Vittorio Amoretti, U.T.E.T., Torino 1967.
Graves, Robert, "I miti greci", traduzione di Elisa Morpurgo, presentazione di U. Albini, Longanesi, Milano 1983.
Kernyi, Karl - Mann, Thomas, "Dialogo", traduzione di Ervino Pocar, Il Saggiatore, Milano 1973.
Mumford, Lewis, "Il pentagono del potere", traduzione di Marina Bianchi, Il Saggiatore, Milano 1973 (Seconda parte di "The Myth of the Machine").
Omero, "Iliade", prefazione di F. Codino, versione di Rosa Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 1982.
"I poeti lirici", traduzione di Ettore Romagnoli, Zanichelli, Bologna 1965.
Schiller, Friedrich, "Ballate e liriche", traduzione di Andrea Maffei, Le Monnier, Firenze 1909.
Stephanie, Gottlieb, "Il ratto dal serraglio".
Opera in tre atti di W. A. Mozart.
Libretto di Stephanie il giovane.
Nuova versione ritmica italiana di Rinaldo Kufferle, Carisch, Milano 1956.
Velikovsky, Immanuel, "Mondi in collisione", Garzanti, Milano 1955.
I casi in cui le traduzioni italiane non erano adattabili al percorso di lettura e di ricerca compiuto dalla Wolf saranno indicati in nota.
Quando le citazioni non sono estratte dai testi qui elencati, la traduzione mia.
A. R.
"E' impossibile giovare a questa cupa umanit; nella maggior parte dei casi non rest che tacere per non essere considerati folli come Cassandra quando profetizzammo ci che ormai era alle porte".
Goethe, 1794
PRESENTAZIONE
Signore e signori,
questa iniziativa ha per titolo lezioni di poetica, ma ve lo dico subito: non ho una poetica da offrirvi.
Mi bastata una sola occhiata al "Dizionario enciclopedico del mondo antico" per confermarmi nel sospetto di non possederne una.
Poetica: dottrina dell'arte di far poesia che, in fase avanzata Aristotele, Orazio - prende forma sistematica, e le cui norme, dall'Umanesimo in poi, acquistano in numerosi paesi ampia validit.
La via che porta a nuove posizioni estetiche, leggo, passerebbe per la discussione di queste norme, tra parentesi: Brecht.
Non sto affatto scherzando, e ovviamente non nego l'influenza che le norme estetiche dominanti hanno su chiunque scriva (anche su chiunque legga e chiami le norme interiorizzate il suo gusto personale).
Ma il violento desiderio di discutere la poetica o l'esempio di un grande scrittore, tra parentesi: Brecht, non l'ho mai provato.
La cosa mi parsa singolare solo negli ultimi anni, sicch pu darsi che queste lezioni tratteranno, tra l'altro, anche di ci che nessuno mi ha chiesto, del perch io NON ho una poetica.
Ma soprattutto voglio pregarvi di seguirmi in un viaggio, in senso sia letterale che metaforico.
Da uno o due anni a questa parte sono andata dietro a una parola-chiave, vale a dire: CASSANDRA, e per una volta ho avuto voglia (ora mi passava, ora mi ritornava), di ricalcare a grandi linee le vie lungo le quali la parola mi ha condotto.
Molto, il pi forse, e l'essenziale, resta non detto, resta probabilmente a livello inconscio, e la trama - che del resto, in quanto forma estetica, si troverebbe al centro della mia poetica NEL CASO CHE ne avessi una - la trama che ora voglio sottoporvi non si completamente ordinata, non possibile abbracciarla con uno sguardo, alcuni dei suoi motivi non sono stati sviluppati, alcuni dei suoi fili si sono aggrovigliati.
Ci sono inserti che hanno l'effetto di corpi estranei, ripetizioni, materiali fino alla fine non elaborati.
Ci non sempre intenzionale: la sovranit sulla materia me la son dovuta prima conquistare io stessa, e vi faccio testimoni del modo di procedere di questo lavoro.
Vi faccio testimoni anche di un modo di procedere che ha trasformato la mia ottica, sebbene questo processo sia appena incominciato, e io stessa avverta acutamente la tensione tra le forme dentro cui ci muoviamo per convenzione e il materiale vivo che i sensi, l'apparato psichico, il pensiero mi hanno trasmesso e che a queste forme non ha voluto sottomettersi.
Se mi concesso gi ora di formulare un problema poetologico, questo : non esiste poetica, n pu esisterne una, capace di evitare che la viva esperienza di innumerevoli soggetti sia uccisa e seppellita in oggetti d'arte.
Ci significa che gli oggetti d'arte (opere) sono anche prodotti dell'alienazione di una cultura i cui altri
perfetti prodotti costituiscono una produzione rivolta all'autoannientamento?
Dunque il mio un procedimento del tutto personale.
Pratico svariate forme soggettive di espressione esaminando il lavoro che esse possono svolgere, che io posso svolgere su di esse.
La "prima" e la "seconda lezione, resoconto" in due parti di "un viaggio in Grecia", testimoniano come la figura di Cassandra prenda possesso di me sperimentando la sua prima provvisoria incarnazione. La "terza lezione" cerca, nella forma di un "diario di lavoro", di ricalcare l'aggraffarsi di vita e materia trattata; nella "quarta lezione", una "lettera", mi pongo domande sulla realt storica del personaggio di Cassandra e sulle condizioni della scrittura femminile, ieri e oggi.
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