Franois Laplantine - Alexis Nouss
Il pensiero meticcio
eluthera
Titolo originale: Le Mtissage
Traduzione dal francese di Carlo Milani
1997 Franois Laplantine e Alexis Nouss
2006 Eluthera
isbn 978-88-98860-89-0
prima edizione digitale aprile 2017
il nostro sito www.eleuthera.it
e-mail: info@eleuthera.it
Indice
prefazione
un mondo meticcio
I primi esempi
I meticciati linguistici
Meticciati e culture
per un pensiero meticcio
Basi teoriche
Una filosofia meticcia
Unarte meticcia
Unetica meticcia
appendici
Glossario
Bibliografia
Prefazione
* I termini seguiti da asterisco sono inclusi nel Glossario che si trova nelle Appendici.
Nella parola francese mtissage (meticciato) si trova, con fantasiosa etimologia (daltra parte, il meticciato gioioso quando viene valorizzato), tissage , ovvero tessitura, lavoro del tempo e del molteplice. Il termine mtis (meticcio), proveniente dal latino mixtus , che significa mescolato, compare per la prima volta in spagnolo e in portoghese in epoca coloniale (cos come le parole mulatto, sanguemisto). Tuttavia, la nozione prende forma nellambito della biologia per designare gli incroci genetici e la produzione di fenotipi, ossia di fenomeni fisici e cromatici (il colore della pelle) che serviranno come supporto alla stigmatizzazione e allesclusione.
La prima questione posta dal meticciato quella dello spostamento e dellestensione di questa nozione al di fuori della disciplina (la biologia) nella quale si costituita. Se da una parte sembrerebbe ormai accettata dalla linguistica (le lingue creole) e dallo studio delle religioni, dallaltra il suo ingresso nel campo antropologico assai pi timido (gli incroci culturali), come pare esitante in campo artistico (per designare, ad esempio, il barocco), fino a divenire problematica, e per alcuni addirittura inaccettabile, nel dominio della scienza e dellepistemologia.
Lambizione di questo libriccino di contribuire a trasformare questa nozione in concetto, anzi in paradigma, e di mostrare non solamente la sua legittimit, ma anche la sua pertinenza in ambiti estremamente diversificati. Il meticciato non mai solamente biologico, ed esiste solo in riferimento ai discorsi che si tengono su tale nozione che oscillano fra il rifiuto puro e semplice e la rivendicazione e ai valori egemonici dominanti di identit, stabilit e anteriorit.
Il meticciato, se malinteso, implicherebbe lesistenza di due individui originariamente puri o, pi in generale, di uno stato iniziale (razziale, sociale, culturale, linguistico), di un insieme omogeneo.
Il meticciato invece si contrappone alla polarit omogeneo/eterogeneo. Si presenta come una terza via tra la fusione totalizzante dellomogeneo e la frammentazione differenzialista delleterogeneo. Il meticciato una composizione le cui componenti mantengono la propria integrit. Basti questo a esprimere tutta la sua pertinenza politica nei dibattiti sociali odierni (razzismo, integrazione, nazionalit, ecc.).
Se il meticciato sempre esistito su uno sfondo di anti-meticciato (come il viaggio e la scoperta del molteplice su uno sfondo di sedentariet e di valutazione a partire dal medesimo), cio di un pensiero che privilegia lordine e lorigine, ci proponiamo qui di mostrare che le categorie di mescolanza, miscela, assemblaggio sono insufficienti, anzi inadeguate a renderne conto, poich esse suppongono ancora lesistenza di elementi ontologicamente e storicamente primari che si sarebbero incontrati accidentalmente per produrre qualcosa di derivato.
Lesatto opposto del meticciato non solamente il semplice (concretamente, la semplificazione), il separato (la separazione), il chiaro e il distinto (la chiarificazione e la distinzione), la purezza (la purificazione) della lingua, del territorio, della memoria, ma anche la totalit, o pi precisamente la totalizzazione, la cucina internazionale sono lesatto contrario del meticciato. Questultimo presuppone non il pieno e il troppo pieno, ma anche il vuoto, non solamente attrazioni ma anche repulsioni, non esclusivamente congiuzioni ma anche disgiunzioni e alternanze. Il meticciato non la fusione, la coesione, losmosi, bens il confronto e il dialogo.
Quando il sincretismo procede allabolizione delle differenze attraverso addizioni, aggiunte e innesti, invece che mediante sottrazioni e ablazioni come il purismo, allopera la stessa violenza che riduce allunit, lo stesso processo dintegrazione in un tutto omogeneo e indifferenziato. Il molteplice si ritrova vinto, in quanto ormai assorbito nelluno.
A nostra conoscenza, non esiste alcuna opera sul meticciato in quanto tale; ci dovuto senza dubbio al fatto che si tratta di un fenomeno eminentemente diversificato e in continua, perpetua, evoluzione. Sfuggendo a ogni stabilizzazione, non giungendo mai al termine, scoraggia ogni tentativo di classificazione.
Lunica grande regola del meticciato lassenza di regole. Non possibile alcuna anticipazione, alcuna previsione. Ogni meticciato unico, particolare, e traccia il proprio divenire. Ci che nascer dallincontro rimane sconosciuto. Una ragione in pi per proporne innanzi tutto uno sforzo di comprensione, senza cercare di erigere tipologie.
Non meraviglia, infine, che questopera sia frutto di un lavoro a quattro mani. E non dimentichiamo in piena logica meticcia che un libro fatto dai suoi lettori tanto quanto dai suoi autori.
un mondo meticcio
I primi esempi
Il crogiolo mediterraneo
La storia del Mediterraneo, questo crogiolo culturale che sarebbe stato la culla dellEuropa, la storia di parecchi millenni di migrazioni, sotto forma di invasioni, conquiste, scontri, persecuzioni, massacri, saccheggi e deportazioni, ma anche di scambi, confronti, trasformazioni reciproche di popoli, persino durante i conflitti.
Questo mare circondato da terre, questo Mare Magnum come lo chiamavano i Romani, questo al-bahr al-mutawassit (letteralmente, la superficie dacqua che si trova nel mezzo) secondo gli Arabi, che per lungo tempo raffigurato al centro di tutte le carte del mondo, ha una grande forza di attrazione. Vi affluiscono popoli venuti dalla foresta, dalla steppa e dal deserto, che si confronteranno con dominazioni successive a partire dalla costituzione di imperi. Proprio su uno di questi imperi concentreremo la nostra attenzione: quello di Alessandro Magno, che secondo lopinione di Voltaire cambi laspetto dellAsia, della Grecia e dellEgitto e diede al mondo un orientamento nuovo.
Alessandro aveva una visione universalista, quanto meno della propria impresa, se non dellumanit intera. Riteneva che, indipendentemente dallappartenenza etnica, popoli molto diversi potessero fondersi nella medesima unit: innanzi tutto Greci e Persiani, ma anche Siriani ed Egizi, fino alle popolazioni dellIndia, poich la Magna Grecia, dopo esser nata nel Mediterraneo, avrebbe dovuto estendersi fino allAsia. Plutarco ci dice che Alessandro ha riunito tutti i popoli del mondo come in un cratere . In questa ellenizzazione dellOriente e orientalizzazione dellOccidente le diverse componenti venivano incitate ad apprendere le diverse lingue parlate nellimpero. Lo stesso Alessandro era ben intenzionato a dare il buon esempio. Adottava interi tratti di culture non elleniche, come il diritto penale e il cerimoniale di corte, parlava in persiano e si vestiva come i Persiani. Infine, cosa pi importante, contava molto sulla celebrazione di matrimoni collettivi affinch i differenti popoli dellimpero si fondessero in una medesima unit sovranazionale. Stando a quanto riferiscono gli storici dellepoca, senza dubbio esagerando, diecimila soldati greci sposarono contemporaneamente diecimila donne asiatiche. Certo, il risultato di questi accoppiamenti forzati non era scontato. Molte di queste coppie si separarono dopo la morte di Alessandro. E il sogno di una societ universalista a partire da un modello statalista non si realizz. Disgraziatamente nel corso della storia ci sono stati altri esempi.
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